Animatori giapponesi all'estero: miglioreranno le condizioni di lavoro?

Un articolo di Nikkei fa il punto su una situazione tutta in divenire: industrie d'animazione cinesi e americane vogliono sempre più giapponesi

di Kisukeurahara99

Il quotidiano giapponese Nikkei, specializzato in economia e finanza, ha pubblicato un interessante articolo che riguarda i possibili impatti della "fuga" di animatori dal Giappone, allettati da compagnie estere che promettono una migliore qualità della vita lavorativa e salari più corposi. L’articolo fa riferimento, in particolare, a due studi di animazione: Tonko House, in California e Color Pencile Animation Japan, che appartiene ad una compagnia cinese, famoso soprattutto per aver prodotto The King's Avatar. Entrambi gli studi stanno assumendo sempre più animatori giapponesi.

Il direttore di Tonko House, Daisuke Miyake, ha dichiarato che in America i migliori animatori ricevono ottimi stipendi, e sono quindi spronati a dare il meglio di sé. “Vorrei che le nuove generazioni percepissero apprezzamento per il proprio lavoro anche in Giappone” dice Miyake. Attualmente lo staff dello studio conta tre dipendenti, ma è destinato ad aumentare. E lo stipendio che percepiscono gli animatori è più alto della media degli studi giapponesi. Ciononostante ai dipendenti sono concesse regolari ferie.
 
tonko-house.jpg

Il CEO di Colored Pencil Animation, Bunjiro Eguchi, ha dichiarato invece che il numero di animatori giapponesi impegnati in progetti finanziati da compagnie straniere, come Amazon o Netflix, è in continuo aumento. In particolare, Eguchi aspira a formare creator in patria per poi supportare la crescita del mercato cinese. Ha inoltre pianificato di ampliare lo staff da 10 a 15 dipendenti entro maggio. Lo studio paga i nuovi dipendenti formatisi presso scuole specialistiche circa 173 000 yen (circa 1470 euro) al mese, rimborsando, tra l’altro, tutti i costi di trasporto e alloggio. Secondo Eguchi si tratta di un guadagno che in Giappone spetterebbe solo a pochi eletti. La Japan Animation Creators Association (JAniCA) stima che, nel 2017, il 54,7% dei degli animatori giapponesi ha guadagnato meno di 4 milioni di yen (circa 35 000 euro) in un anno.

L’articolo di Nikkei cita poi l'annuncio di Netflix della partnership con sei creator giapponesi, al fine di rimpolpare la libreria di anime sulla piattaforma e la loro qualità. Che questo fenomeno segni davvero l'inizio della svolta, per politiche del lavoro più umane e sostenibili nel campo dell’animazione nel Sol Levante? Non ci resta che essere ottimisti.

Ricordiamo che Tonko House e Netflix stanno lavorando alla serie Oni, ispirata alla mitologia giapponese (vedi news).


Fonte Consultata:
Anime News Network

Versione originale della notizia